Ludovico Manin, l’ultimo doge di Venezia

Il magnate Ludovico Manin riuscì a incoronarsi, nel 1797, Doge di Venezia, essendo l’ultimo uomo a ricoprire questa carica. Il suo governo durò 8 anni, fino a quando fu costretto a dimettersi dall’invasione delle truppe francesi del generale Napoleone Bonaparte, durante la rivoluzione.
Primi anni di vita di Ludovico Manin
Ludovico Giovanni Manin nacque a Venezia il 14 maggio 1725, in una delle famiglie più ricche dell’aristocrazia veneziana. Fin da giovanissimo si dedicò allo studio del diritto, per il quale si laureò con lode presso l’Università di Bologna.
Tornato a Venezia, Ludovico si distinse tra gli aristocratici per la sua grande onestà e l’immensa ricchezza, che fu una delle più grandi della Repubblica. Per questo gli era facile ricoprire incarichi importanti nella burocrazia statale, prima come governatore di Vicenza e poi di Brescia e anche di Verona.
Nel 1764 fu nominato procuratore, anche se dopo 5 anni riuscì a liberarsi da nuovi incarichi per problemi di salute fino al 1787, dove fu scelto per scortare papa Pio VII. Trovate informazioni più interessanti sul passato di Venezia e sulla sua storia sul nostro sito, siamo fermamente convinti che questo faccia parte del patrimonio che deve essere preservato per le generazioni future.
Come si è sviluppata la vita pubblica dell’ultimo Doge Venezia?
La ricchezza che Ludovico possedeva spiccava molto al di sopra del resto, ancor più in un’epoca in cui il declino economico di Venezia aveva causato il massiccio impoverimento dello stato e quindi dei suoi abitanti a metà del XVIII secolo. Per questo motivo, una volta morto il doge Renier, il nuovo posto vacante attirò l’attenzione del magnate.
Manin, infatti, aveva tutto da vincere, perché grazie al fatto di essere un nobile da poco ha potuto finanziare con la propria fortuna le varie feste popolari, cosa impossibile per gli altri partecipanti.
Poco dopo aver assunto la carica di doge, scoppiò la Rivoluzione francese, dove Ludovico mantenne un atteggiamento di opposizione senza coinvolgere la Repubblica di Venezia, già molto debole per una guerra.
Sebbene, il 17 aprile 1797, Francia e Austria avessero pubblicamente deciso di cessare le ostilità, la verità è che concordarono segretamente di condividere l’Italia settentrionale, in modo che Venezia, Dalmazia e Istria fossero sotto il dominio austriaco. Il 25 dello stesso mese entrarono nel territorio centinaia di navi da guerra, che riuscirono a distruggere gran parte dell’artiglieria costiera veneziana.
Venezia non riusciva a trovare modi per difendersi, quindi il governo ricevette un ultimatum di arrendersi prima che morissero altre persone, ma fu respinto. All’inizio di maggio le truppe francesi controllavano già quasi tutto il territorio, così il Doge Manin decise di capitolare, d’accordo con il Consiglio dei Dieci e il Consiglio, per evitare che seguisse un’inutile strage.
Successivamente, Manin decise di lasciare il Palazzo Ducale di Venezia mentre le truppe occupavano la città senza incontrare opposizione, così celebrarono ufficialmente la resa veneziana per iscritto il 16 maggio.
Dimissioni e morte di Manin
Dopo aver perso la carica di Doge Venezia, i francesi offrirono a Ludovico Manin il capo del governo municipale provvisorio, ma questi decise di rifiutare l’offerta e di ritirarsi definitivamente dalla società pubblica per problemi di salute e di età.
Così, negli ultimi giorni della sua vita Manin si rifiutò di ricevere visite nella sua casa, inoltre, le poche volte che usciva in strada dovette subire insulti, lamentele e umiliazioni da parte dei cittadini che lo condannarono per la sua terribile decisione.
Il magnate morì nella sua casa il 14 ottobre 1802, lasciando più di 100.000 ducati d’oro in beneficenza a Venezia. Non c’è dubbio che valesse la pena ricordare la vita di questo personaggio influente. Se ti è piaciuto il contenuto di questo articolo, ti invitiamo a scoprire argomenti più interessanti già disponibili sul nostro blog.
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